La Strada della Iª Armata
La Strada delle 52 gallerie (o Strada della Prima Armata) é un percorso di straordinario interesse storico ambientale, una mulattiera militare costruita durante la Grande Guerra sul massiccio del Pasubio. Il suo tracciato inizia a Bocchetta Campiglia (1.216 m sul livello del mare) e termina alle Porte del Pasubio (1.928 m),inerpicandosi sul versante meridionale del Monte tra ardite guglie, profonde forre e scoscese pareti rocciose.
CARATTERISTICHE
La lunghezza complessiva della strada è di circa 6.300 m, dei quali 2.300 m rappresentano lo sviluppo delle 52 gallerie e i restanti, per circa 4 chilometri, sono stati scavati a mezza costa nella viva roccia. La larghezza minima della strada, prevista dai progettisti in 2,20 m, normalmente è di 2,50 m, con un raggio esterno minimo delle curve di 3 m per fare in modo che le salmerie potessero percorrerla con carico sia centrale che laterale. Le gallerie erano illuminate sia elettricamente che da finestroni aperti in parete: questi ultimi ed i tratti a mezza costa erano protetti da un guardamano in tondino di ferro e sorretti da paletti a “T”, sempre in ferro.
La pendenza media della strada è del 12%. Soltanto in alcuni punti si raggiunge la pendenza massima del 22%. Quattro gallerie hanno uno sviluppo elicoidale, tra queste la 19ª è la più lunga con i suoi 320 m. La 20ª galleria si eleva a spirale su se stessa per quattro volte all’interno di un torrione roccioso.
All’uscita della 31ª galleria la mulattiera attraversa l’impluvio della Val Camossara, a causa della franosità del terreno si dovettero costruire due poderosi muri di sostegno: il muro a valle, costruito a secco, ha l’altezza media di m 2 circa, quello a monte, in pietra squadrata e malta di cemento, ha l’altezza di m 3,20. Complessivamente furono posti in opera circa 400 metri cubi di muro, utilizzando la pietra estratta dal vicino monte Forni Alti.
La 43ª sbuca sotto il Passo di Fontana d’Oro (1.875 m sul livello del mare), in un punto in cui si possono notare i resti di una cabina elettrica.
Questa cabina serviva per trasformare l’elettricità proveniente dalla centrale elettrica di Malga Busi; sempre da Malga Busi proveniva l’aria compressa utilizzata per azionare i martelli pneumatici, spinta attraverso una tubazione posata in Val Camossara e distribuita con tubazioni secondarie verso la Bella Laita, la Fontana d’Oro e il Soglio Rosso.
Poco dopo l’uscita dalla 48ª galleria, si raggiunge la massima altitudine della mulattiera (circa 2.000 m sul livello del mare).
SCOPO
Il fine primario della costruzione della “Strada delle gallerie” era quello di consentire il transito di uomini e salmerie in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo, al coperto dalla vista e dall’offesa del nemico, al contrario della rotabile degli Scarubbi, percorribile anche da autocarri, ma soltanto nella stagione estiva e nelle ore notturne nonostante il mascheramento, essendo esposta alla vista degli osservatori di artiglieria austriaci appostati sul M. Majo, sul M. Toraro, sul M. Seluggio e sul M. Cimone.
REALIZZAZIONE
La strada, capolavoro d’ingegneria militare e di arditezza, fu ideata dal Capitano L. Motti e progettata dal Ten. Ing. G. Zappa. Il successore di quest’ultimo, Capitano C. Picone, la definì come il risultato di “tenace volontà, di lavoro esemplare, di sacrificio e abnegazione, di commovente spirito di emulazione fra le squadre dei genieri minatori addetti alla costruzione”. I lavori iniziarono nel marzo 1917 e terminarono nel dicembre successivo. Fu realizzata dalla 33ª Compagnia Minatori del 5º reggimento Genio dell’Esercito Italiano, con l’aiuto di sei centurie di lavoratori territoriali: la 349, la 523, la 621, la 630, la 765 e la 776. Al comando della 33ª Compagnia fu posto il Ten. G. Zappa, sostituito nell’aprile 1917 dal Capitano Corrado Picone, che proseguì i lavori rimanendo conquistato dalla bellezza e dall’importanza dell’opera.
I lavori iniziarono in pieno inverno nel 1917, uno dei più rigidi e nevosi del secolo scorso. Furono impiegati inizialmente una ventina di uomini, che salirono a circa 600 nel periodo aprile-settembre dello stesso anno. Per la costruzione della Strada furono richiesti in prevalenza lavori di mina, realizzati con martelli pneumatici e con esplosivo (gelatina, cheddite, echo, salubite, vibrite e polvere nera a seconda della disponibilità dei magazzini).
Nei primi giorni del dicembre 1917, la 33ª Compagnia Minatori, dopo aver ascoltato il toccante discorso del suo comandante Cap. C. Picone, ricordato i suoi Caduti e prima di essere trasferita in Val Chiampo, abbattè il muro a secco che copriva l’entrata monumentale davanti alla prima galleria, rendendola visibile così come appare oggi.
Fu poi il Plotone autonomo della 25ª compagnia Minatori, con l’aiuto delle Centurie Lavoratori rimaste, ad ultimare e rifinire la strada.
E nei primi mesi del 1918 fu proprio il plotone della 25ª compagnia Minatori, e non la 33ª Compagnia Minatori, ormai operante in un altro settore del fronte, che ricevette premi, riconoscimenti ed encomi elargiti in occasione della visita del Re d’Italia e del Re del Belgio.
ASPETTO ESCURSIONISTICO
La strada delle 52 gallerie, contrassegnata dal segnavia 366 del C.A.I., è percorribile a piedi nella stagione estiva, ma a seguito di alcuni incidenti mortali verificatisi sul suo percorso è vietata ai ciclisti.
L’inizio è situato presso il parcheggio a pagamento di Bocchetta Campiglia ed il tempo di percorrenza fino al Rifugio Papa è di circa 2.45 ore. Indispensabile la torcia elettrica o la lampada frontale per percorrere le parti al buio.
Si consiglia vivamente di prestare particolare attenzione alla neve, che all’inizio della stagione invernale potrebbe intasare gli imbocchi delle gallerie.
Dal rifugio A. Papa è consigliabile estendere la visita alla Zona Sacra fino ai Denti Italiano ed Austrico, all’Arco Romano ed infine al Cimitero di Guerra Italiano chiamato “Di qui non si passa”. Per il ritorno è consigliabile la rotabile degli Scarubbi, con le opportune scorciatoie fino a Bocchetta Campiglia. E’ possibile anche ritornare alla Bocchetta per lo stesso percorso della salita, utilizzando una piccola scorciatoia che dalle Porte del Pasubio porta al Passo di Fontana d’Oro, passando a nord del Cimon del Soglio Rosso.
LE GALLERIE
Prima di lasciare il fronte del Pasubio, Il Cap. C. Picone redasse un documento con cui veniva assegnato un numero ed una dedica ad ognuna delle 50 gallerie.
Quelle attualmente contrassegnate dai numeri 49 e 50 non erano presenti nell’elenco originale in quanto realizzate dopo la partenza della 33a Compagnia Minatori: a quell’epoca la Strada, in corrispondenza di quei tratti, passava a mezza costa.
Nel 1991 l’ANCR di Vicenza ha apposto una targa marmorea con numero progressivo e dedica all’ingresso di ogni galleria.
Di seguito l’elenco con numero progressivo e dedica delle gallerie:
1a Cap. Zappa 17 metri
Tenente Giuseppe Zappa Comandante della 33a Compagnia Minatori dal 17 Gennaio a 22 Aprile 1917.
2a Gen. D’Havet 65 metri
Col. Brig. Giuseppe D’Havet Comandate del Genio del 5° Corpo d’Armata.
La galleria che collega la Val di Fieno alla Val Canale è intitolata a lui.
3a Rovereto 14 metri
4a Ten. Battisti 31 metri
Cesare Battisti irredentista trentino, catturato nel 1916 sul Corno di Vallarsa e giustiziato a Trento.
5a Oberdan 10 metri
Guglielmo Oberdan irredentista triestino, scoperto dopo un attentato all’Imperatore Francesco Giuseppe, fu condannato a morte nel 1882.
6a Trieste 17 metri
7a Gen. Cascino 35 metri
Generale Antonino Cascino, medaglia d’oro al V.M. Comandante dell’VIIIª Divisione Fanteria, cadde sul Monte Santo il 29 settembre 1917.
8a Gen. Cantore 23 metri
Generale Antonio Cantore, medaglia d’oro al V.M. Alpino Comandante della IIª Divisione Fanteria caduto sulle Tofane il 20 luglio del 1915.
9a Gen. Zoppi 78 metri
Generale Gaetano Zoppi, fino a giugno del 1916 Comandante del V° Corpo d’Armata dal quale dipendeva il settore del Pasubio.
10a Sauro 12 metri
Nazario Sauro irredentista istriano, Tenente di Vascello della Regia Marina Italiana, catturato dagli austriaci a causa di un’avaria del suo sommergibile, processato e condannato a morte per fucilazione nel 1916.
11a Randaccio 28 metri
Maggiore Giovanni Randaccio della Brigata Toscana, medaglia d’oro al V.M., caduto sul Carso il 28 maggio 1917.
12a Cap. Motti 95 metri
Capitano Leopoldo Motti del V° Genio, ideatore della Strada, caduto il 29 settembre 1917 a causa dell’esplosione della prima mina austriaca al Dente Italiano.
13a Filzi 27 metri
Tenente Fabio Filzi irredentista istriano, catturato sul Corno di Vallarsa assieme a C. Battisti, giustiziato a Trento.
14a Cap. Melchiori 61 metri
Capitano Oscar Melchiori, Comandante la 26ª Compagnia Minatori, caduto nel brillamento della prima mina austriaca al Dente Italiano il 29 settembre 1917.
15a Tortona 45 metri
16a Reggio Calabria 74 metri
17a Bergamo 52 metri
18a Parma 46 metri
19a Re 318 metri
Vittorio Emanuele III, Re d’Italia.
20a Cadorna 86 metri
Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, sostituito dal generale A. Diaz nel novembre 1917 dopo la disfatta di Caporetto.
21a Porro 20 metri
Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, sostituito nel novembre 1917 dopo la disfatta di Caporetto.
22a Breganze 8 metri
23a Gen. Capello 18 metri
Generale Luigi Capello, Comandante del V° Corpo d’Armata dal quale dipendeva il settore del Pasubio.
24a Bologna 16 metri
25a L’Aquila 11 metri
26a Napoli 24 metri
27a Picone 98 metri
Capitano Corrado Picone, sostituì il Ten G. Zappa al comando della 33ª Compagnia Minatori rimanendovi fino alla fine del conflitto.
28a Genova 14 metri
29a La Spezia 31 metri
30a Miss 10 metri
31a Gen. Papa 72 metri
Generale Achille Papa, Medaglia d’oro al V.M. Comandante della Brigata Liguria sul Pasubio, caduto sulla Bainsizza nell’ottobre del 1917. Il rifugio alle Porte del Pasubio è intitolato a lui.
32a Palazzolo 48 metri
33a 33ª minatori 57 metri
La 33ª Compagnia Minatori del V° Genio che realizzò la Strada delle Gallerie.
34a Gen. Giustetti 132 metri
Generale Umberto Giustetti, Comandante del Genio della Iª Armata dal 15 maggio 1917 al 20 marzo 1919.
35a Trani 10 metri
36a Garibaldi 12 metri
Probabilmente dedicata al Generale Giuseppe (Peppino) nipote del più famoso Giuseppe Garibaldi, Comandante la Brigata Alpi.
37a Balilla 26 metri
Giovanni Battista Perasso, genovese, detto Balilla, diede inizio alla sollevazione popolare durante la guerra di secessione austriaca nel 1746.
38a Torino 29 metri
39a Mantova 53 metri
40a Trento 10 metri
41a 26ª Minatori 24 metri
La 26ª Compagnia Minatori svolse il pericolosissimo compito di eseguire i lavori di perforazione dei cunicoli e il caricamento delle camere di mina durante la guerra di mine sul Pasubio.
42a Macerata 19 metri
43a Polesine 55 metri
44a Zappatori Liguria 22 metri
Probabilmente dedicata ai fanti della Brigata Liguria che contribuirono col loro lavoro alla realizzazione dalla Strada.
45a Plotone 25ª minatori 83 metri
Il Plotone Autonomo della 25ª Compagnia Minatori che terminò i lavori sulla Strada delle Gallerie nel periodo settembre-dicembre 1917.
46a Piceno 65 metri
La Brigata Piceno (235º, 236º fanteria), operante in Pasubio dall’ottobre 1917 spesso sul Dente Italiano, registrò numerose vittime durante l’esplosione della mina austriaca del 13 marzo 1918. Alcuni suoi fanti contribuirono nel novembre del 1917 ai lavori della Strada delle Gallerie
47a Pallanza 22 metri
La Brigata Pallanza operò nel settore Posina fino al 9 ottobre 1918 ed in Pasubio fu di presidio al M. Pruche. Anche alcuni suoi fanti presero parte ai lavori sulla Strada delle Gallerie.
48a Cesena 14 metri
49a Soldato italiano 19 metri
Dedica che risale a tempi più recenti, in quanto questa galleria fu aperta successivamente: in quel tratto la strada passava all’esterno a mezza costa.
50a Cavalieri di Vittorio Veneto 27 metri
Dedicata ai reduci della Grande Guerra ai quali nel 1968 fu riconosciuto il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto. Questa è la seconda galleria aperta successivamente.
51a Plotone minatori sardo 66 metri
Il plotone autonomo minatore Sardo fu l’esecutore dei lavori di mina sul Dente Italiano. Partecipò alla realizzazione della Strada nella fase finale della sua costruzione, nel tratto dal Passo Fontana d’Oro alle Porte del Pasubio.
52a Sardegna 86 metri[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]