Morfologia
Il Monte Pasubio è un massiccio calcareo, di forma compatta e squadrata, situato al confine tra le province di Vicenza e di Trento e delimitato dalla Val Lèogra, dal Passo del Pian delle Fugazze, dalla Vallarsa, dal Val Terragnolo, dal Passo della Borcola, dalla Val Posina e dal Colle Xomo. E’ un elemento di giunzione tra le Piccole Dolomiti e la regione dei Tre Altopiani.
È stato teatro di cruenti combattimenti durante la Grande Guerra.
Il Monte Pasubio presenta, quasi su ogni lato, fronti rupestri e scoscesi di carattere tipicamente dolomitico, con le caratteristiche guglie, forre e gole selvagge, soprattutto sul versante meridionale (SE). La parte sommitale del Pasubio è costituita invece da un acrocoro di circa 2000 metri di altitudine, in cui si alternano crinali ed ampie conche prative, spesso usate in passato come pascoli.
Le valli laterali solitarie, selvagge e impervie, offrono molteplici percorsi di accesso alla sommità del Monte. Di particolare interesse escursionistico sono, sul versante meridionale, la Val di Fieno, la Val Canale e la Val Fontana d’Oro; sul versante orientale la Val Sorapàche, la Val Caprara e la Val Gulva; sul versante settentrionale la Val Zuccaria; infine su quello occidentale la Val delle Prigioni, la Val di Piazza e la Val dei Foxi.
La sommità del Pasubio è caratterizzata da una nervatura che presenta un andamento da S a NO, dal Cogolo Alto a Cima Palon (2232 m.), che è la massima elevazione del Monte, proseguendo poi col Dente Italiano (2220 m.), col Dente Austriaco (2203 m.) fino al M. Roite (2144 m.). L’area che circonda Cima Palon e i due Denti fu dichiarata, con Regio Decreto n. 1386 nel 1922, “Zona Sacra” in quanto fu teatro di sanguinosi combattimenti, tanto che un Combattente Austriaco la definì “caldaia delle streghe”. In particolare la prima linea attraversava perpendicolarmente il crinale principale in corrispondenza della “Selletta dei Denti”
La cima del Monte mostra ancora le cicatrici inferte da quei terribili combattimenti, durati dal giugno del 1916 al novembre del 1918: ovunque il terreno è martoriato dai crateri delle granate e delle bombarde, e ancora oggi si possono riconoscere manufatti di un secolo fa quali trincee, camminamenti, gallerie e ricoveri, alcuni dei quali ripristinati di recente. La rete di sentieri che attualmente attraversa il Pasubio in ogni direzione ricalca i sentieri militari in uso durante la guerra, sfruttando anche gli antichi percorsi usati dai pastori, unici frequentatori abituali del luogo.